Chiesa e mondo
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Santo Padre: messaggio "Urbi et orbi"

Messaggi di pace, riconciliazione e speranza

Santo Padre: messaggio "Urbi et orbi"

«Frutti di pace, di riconciliazione e di speranza per il mondo intero». Queste parole al centro del tradizionale messaggio pasquale «Urbi et orbi», pronunciato dal Santo Padre, dalla Loggia delle benedizioni, a conclusione della messa di Pasqua, in piazza San Pietro. «A cominciare dall’amata Siria – ha sottolineato Francesco – la cui popolazione è stremata da una guerra che non vede la fine». Da questo osservazione è nato l’invito alla «coscienza di tutti i responsabili politici e militari, affinché si ponga termine immediatamente allo sterminio in corso, si rispetti il dramma umanitario e si provveda ad agevolare l’arrivo di aiuti a cui questi nostri fratelli e sorelle hanno urgente bisogno, assicurando nel contempo le condizioni adeguate per il ritorno di quanti sono sfollati».

Poi ha invocato «frutti di riconciliazione» per la Terra Santa, «anche in questi giorni ferita da conflitti aperti che non risparmiano gli inermi» e chiesto riconciliazione e pace anche per lo Yemen «e per tutto il Medio Oriente, perché il dialogo e il rispetto reciproco prevalgano sulle divisioni e sulla violenza». Papa Francesco, in apertura di messaggio, ha auspicato «speranza e dignità dove ci sono miseria ed esclusione, dove c’è fame e manca il lavoro, in mezzo ai profughi e ai rifugiati». Sud Sudan, Ucraina e penisola coreana gli altri fronti caldi di guerra e tensione internazionale citati dal Santo Padre, in quello che come da tradizione è un affresco a 360 gradi dello scacchiere del mondo, a partire dalla sollecitudine universale della Chiesa.

Ancora una volta il Papa ha stigmatizzato la «cultura dello scarto», di cui sono vittime in primo luogo i bambini e gli anziani. Francesco ha auspicato un futuro di pace per «i bambini che, a causa delle guerre e della fame, crescono senza speranza, privi di futuro e di assistenza sanitaria», e anche per gli anziani «scartati dalla cultura egoistica, che mette da parte chi non è produttivo».

Una particolare attenzione è stata indirizzata dal Papa alla popolazione venezuelana, che «vive in una specie di terra straniera nel suo stesso Paese». «Possa trovare la via giusta, pacifica e umana per uscire al più presto dalla crisi politica e umanitaria che lo attanaglia, e non manchi accoglienza e assistenza a quanti tra i suoi figli sono costretti ad abbandonare la loro patria».

Fonte: Comunicati stampa
Sir
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