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Papa a Ginevra: l'ecumenismo è "una grande impresa in perdita"

Viaggio Apostolico del Papa lo scorso 21 giugno 

Papa a Ginevra: l'ecumenismo è "una grande impresa in perdita"

"Non abbiamo paura di lavorare in perdita!". Lo ha esclamato il Papa durante il pellegrinaggio ecumenico al World Council of Churches di Ginevra (Wcc).

"Se ogni uomo è un essere un cammino, e chiudendosi in se stesso rinnega la sua vocazione, molto di più il cristiano", esordisce il Papa nella preghiera ecumenica, in cui chiede di "rigettare la mondanità", quella che ha provocato il fallimento dei tentativi di porre fine alle divisioni dei cristiani. Troppo facilmente ci si ferma davanti alle divergenze che rimangono o ci si blocca, con pessimismo, ai blocchi di partenza, il primo bilancio dell’ecumenismo, che ieri come oggi ha una meta precisa.

La Chiesa cresce per attrazione, ricorda il Papa citando Benedetto XVI e chiedendo ai presenti un "nuovo slancio evangelizzatore" per "una nuova primavera ecumenica".

Il mandato missionario, fino agli estremi confini della terra, non è un optional: la forza di attrazione del messaggio cristiano non è una raccolta di consensi, il popolo di Dio non è una Ong.

"Camminare, pregare, lavorare insieme", recita il motto del viaggio. Camminare "in entrata e in uscita"; pregare mai da soli, perché la preghiera "è l'ossigeno dell'ecumenismo"; lavorare come fanno la Commissione "Fede e Costituzione" e l'Istituto ecumenico di Bossey, traduce Papa Francesco, definendo - tra le altre iniziative - la crescente adesione alla Giornata di preghiera per la cura del creato un buon segno dell'afflato ecumenico.

"La credibilità del Vangelo è messa alla prova dal modo in cui i cristiani rispondono al grido di quanti, in ogni angolo della terra, sono ingiustamente vittime del tagico aumento di un'esclusione che, generando povertà, fomenta i conflitti".

È la cartina al tornasole dell'ecumenismo, in un mondo in cui "i deboli sono sempre più emarginati, senza pane, lavoro e futuro, mentre i ricchi sono sempre di meno e sempre più ricchi".

“Non possiamo disinteressarci, e c'è da inquietarsi quando alcuni cristiani si mostrano indifferenti nei confronti di chi è disagiato”,

il monito del Pontefice . Saremo giudicati sull'amore per il prossimo, ogni prossimo: "Vediamo ciò che è possibile fare concretamente - ha concluso - piuttosto che scoraggiarci per ciò che non lo è", la proposta: "Chiediamoci: che cosa possiamo fare insieme?".

 

Fonte: Sir
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